Sarajevo
Di Sarajevo non posso dare informazioni turistiche. Di Sarajevo posso raccontare l’ odore. L’ odore della gente. Gli occhi che ti guardano nel profondo. Il profumo dei cevapcici, l’odore acre del formaggio nei burek.
Ed il caffè. Non si può dire di essere stati a Sarajevo senza aver passato un pomeriggio a sorseggiare caffè. Il caffè viene servito in una sorta di tazzina dal lungo manico, insieme ad un bicchiere d acqua, una zolletta di zucchero e un dolcino. L’ acqua deve essere prelevata con il cucchiaino, versata nella tazzina e bisogna mescolare solo in superficie. Si formerà una schiumetta densa. Bisogna poi prendere la zolletta di zucchero, inzupparla nel caffè e succhiarla. Il dolce dello zucchero e l’ amaro del caffè si mescoleranno insieme ed avranno un gusto eccezionale.
In un cortile di quelli tipici dei bar di Sarajevo, potrete dopo questo rituale, sorseggiare la vostra tazzina.
Sarajevo è proprio questo. Una città dolce e amara. Dove le campane rintoccano a fianco del richiamo del muazzin. Una città dove cammini su delle rose di sangue(i simboli di dove le granate hanno ucciso almeno tre persone) ed alzando gli occhi, il sole splende e la vita è ripresa.
Camminare per Sarajevo vuol dire incontrare cimiteri laddove un giorno c’era un campetto da calcio. Siamo andate a visitare il famoso tunnel. Ma non si può raccontare una storia così.
Non ci sono abbastanza parole per descrivere gli occhi tristi e felici degli abitanti. Sarajevo è un ossimoro.
Probabilmente noi non l’abbiamo davvero visitata da turiste. Ci siamo solo perse. Perse tra i vicoli della Bataklava.
Tra il freddo pungente di un estate che sta già per terminare e la festa delle botteghe piene di souvenir. Non credo che sia una città come le altre. La storia così vicina, così recente si respira in troppe cose. Nella signora del b&b che ci prega di rassicurare tutti e di invitare a visitare questa città a tutti gli italiani che conosciamo. Nella signora del ristorante che sbaglia un ordine e ci regala una birra.
Nelle foto davanti la fontana del Sebilj. Negli anziani che giocano a scacchi di fronte alla cattedrale ortodossa.
Sarajevo è una città affascinante. Totalmente diversa da tutte quelle visitate fin ora. Andateci. Perdetevi nei tramonti. Commuovetevi davanti alle tombe. Gioite nell’ allegria di birra e musica in un locale della Bascarsija. Io ci tornerò. Ne sono sicura.